Secondo un recente studio, l’attività umana sta causando l’estinzione di diverse specie animali e danneggiando drasticamente la biodiversità a un ritmo 35 volte superiore alla media.
Gli scienziati hanno scoperto, analizzando il tasso di estinzione negli ultimi 500 anni di specie animali, che senza l’uomo e le sue attività correlate avrebbero impiegato circa 18 mila anni per estinguersi. Dallo studio è emerso anche che dal 1500 a oggi si sono estinti 73 generi animali di diverse specie di mammiferi, uccelli, rettili e anfibi, e inoltre si sta affermando sempre di più che la sesta estinzione di massa, causata dall’uomo, sta procedendo più rapidamente di quanto si sia precedentemente stimato.
Le principali cause del declino sempre più in prossimità della biodiversità sono le modifiche nell’utilizzo del suolo come il disboscamento, monocolture intensive e urbanizzazione, sfruttamento diretto che consiste nella caccia e nella pesca, cambiamento climatico, inquinamento e specie esotiche invasive. A causa della continua espansione delle attività umane e l’aggravamento del cambiamento climatico, gli attuali tassi di estinzione sono destinati a crescere ulteriormente e ad avere un impatto inatteso anche sugli ecosistemi abitati dalla specie umana.
Per contrastare queste dannose cause, il Parlamento europeo si sta impegnando a proteggere almeno il 30% sia delle zone terrestri europee (foreste, zone umide, torbiere, praterie ed ecosistemi costieri) che zone marine, oltre a preservare almeno il 10% di oceani e territori dell’Ue, incluse le foreste primarie e altri ecosistemi ad alta percentuale di carbonio.