“Talk to Me” è il fenomeno horror dell’anno

Il nuovo horror “Talk To Me” segna l’esordio alla regia dei fratelli Micheal e Danny Philippou, stregando l’A24. All’ultimo Sundance Film Festival è emerso che l’A24 aveva chiuso un accordo milionario per assicurarsi la distribuzione americana di Talk To Me, sapendo già che sarebbe diventato l’horror dell’anno.

Infatti, nel primo weekend, il film dei gemelli Micheal e Danny Philippou, ha incassato dieci milioni di dollari nel mezzo di Barbie e Oppenhaimer.

L’horror gira attorno a una misteriosa mano che è in grado di far mettere in contatto chi la stringe con i defunti. A provare questa esperienza paranormale è un gruppo di adolescenti che usa questa esperienza come un passatempo molto figo. Tra i protagonisti c’è Mia, ancora segnata dalla morte della madre, la quale riconosce quest’ultima come il suo spirito durante una possessione, con il proseguire delle vicende la situazione peggiora sempre di più.

Talk To Me è in tutte le sale cinematografiche italiane già dallo scorso 28 settembre. Per gli appassionati o per chi non ha ancora visto il film, Ciak Magazine ha condotto qualche intervista direttamente agli autori e registi del film Micheal e Danny Philippou, due content creators australiani con un canale YouTube di 6,75 milioni di folllower e social dove realizzano video di effetti visivi, stunt e challenge da non rifare a casa, passando al grande schermo. Con questo film i due content creator raccontano la società contemporanea con un tocco spaventoso e di forte impatto.

Una delle interviste riportate da Ciak Magazine: “Talk To Me è un film che parla di dipendenze, in particolare quella di vivere la vita, o la morte come in questo caso, di qualcun altro. Quanto è legato alla vostra esperienza sui social?” “Come nel caso dei ragazzi che decidono di farsi possedere nel film, tramite i social media le persone a volte adottano la personalità di qualcun altro. La possessione rappresenta tante cose, ma che si tratti di droghe, alcol o sesso, è sempre una stampella per superare altri problemi. Mia ha perso la madre, quindi usa la mano e ciò a cui la fa accedere per riempire un vuoto. Rifiuta la sua casa e il rapporto con il padre, si aggrappa a falsi legami, inserendosi a forza nella famiglia della sua migliore amica, Jade, e allo stesso modo si spinge oltre per entrare in contatto nell’Aldilà”.

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