Il big match tra Manchester City e Liverpool valido per la vetta della Premier termina con un pareggio che fa sorridere le pretendenti.
I primi minuti di gara sono molto equilibrati con occasioni da parte di entrambe le squadre, ci provano Nùnez e Foden ma senza concreti risultati. Il match si sblocca al 27’ con l’errore di Allison che sbaglia un rinvio, il primo ad intercettare il pallone è Aké che dopo aver saltato un paio di giocatori del Liverpool serve Haaland che incrocia con il sinistro e batte il portiere dei Reds. Il gol subito non demoralizza il Liverpool che prova a finalizzare con Salah e Diogo Jota ma la difesa del City è molto attenta a salvaguardare il vantaggio conquistato con molta fatica.
I primi minuti del secondo tempo sono targati Jérémy Doku, il belga prova ad accendersi più volte sulla fascia ma non trova mai un compagno pronto a battere in rete a centro area. Passano i minuti e il City continua a crescere, questa volta ci prova Rodri con uno dei suoi tiri da fuori ma il pallone finisce di poco a lato dopo una leggera deviazione. Al 68’ segna da corner Ruben Dias, gol annullato subito dopo per fallo di Akanji su Allison che rimane a terra per un paio di minuti. Il Liverpool come nel primo tempo non accusa il colpo e prova a pareggiarla con il solito Nùnez, tiro potente sul primo palo deviato da Ederson in corner. I Reds non mollano, difendono e contrattaccano, perfetto il cambio di gioco di Luis Diaz che innesca Salah e fornisce un ottimo pallone ad Alexander Arnold che di prima intenzione colpisce e fa 1-1 a dieci dal 90’. Il Manchester City non vuole perdere la vetta e passa tutti gli otto minuti di recupero nella metà campo avversaria provando imperterrito a vincere ma il muro del Liverpool non crolla e riesce a portare a casa un pareggio che sa di vittoria.
Pareggio che alimenta ancora di più la lotta in vetta alla classifica, l’Arsenal e il Tottenham sono chiamate a vincere per superare il Liverpool e avvicinarsi pericolosamente ad un City che adesso deve guardarsi le spalle non più da una, ma da ben tre pretendenti.