La Top11 della sedicesima giornata: Osimhen e Berardi da leader, Terracciano paratutto

Ecco la Top11, più l’aggiunta di qualche menzione, dei migliori giocatori della sedicesima giornata di Serie A.

PORTIERE: Pietro Terracciano (Fiorentina-Hellas Verona 1-0). La sua turbolenta partita comincia con il calcione a Folorounsho, che causa il rigore per gli ospiti. Si fa perdonare subito, intercettando il rigore di Djuric. Da quel momento è letteralmente insuperabile. Para qualsiasi cosa, compiendo due miracoli sulla conclusione a botta sicura di Ngonge e sul colpo di testa di Hien.

DIFENSORE: Giorgio Scalvini (Atalanta-Salernitana 4-1). Nelle ultime settimane era apparso abbastanza in difficoltà, risultando spesso il peggiore in campo degli orobici. Contro la Salernitana gioca una grandissima partita in fase difensiva, e nel finale recupera palla a centrocampo e si invola verso la porta avversaria, servendo a De Ketelaere il pallone del 3-1.

DIFENSORE: Jean-Carlo Simic (Milan-Monza 3-0). Un esordio da sogno! Inserito al 30′ a causa dell’infortunio di Pobega, facendo il suo esordio in Serie A. Al 40′ è il primo ad avventarsi sul pallone di Leao e realizzare il suo primo gol in maglia rossonera. Gioca una grande partita, concludendo il match con un clean sheet, l’esordio perfetto per il classe 2005.

DIFENSORE: Raoul Bellanova (Torino-Empoli 1-0). In poco tempo è diventato insostituibile per Juric. La sua corsa e la sua fisicità sono fondamentali per il gioco dinamico del Toro. L’esterno italiano contro l’Empoli si rivela decisivo con il cross perfetto per il colpo di testa di Zapata. Per il resto della partita corre tanto e si mette a servizio della squadra.

CENTROCAMPISTA: Nikola Moro (Bologna-Roma 2-0). Nella grande vittoria contro i giallorossi andrebbero inseriti in toto tutti i giocatori rossoblù, ma il centrocampista croato contro la Roma è ovunque. Giocatore totale, capace di svolgere al meglio entrambe le fasi. Ha il merito di sbloccare la gara con un inserimento da vero attaccante.

CENTROCAMPISTA: Roberto Pereyra (Udinese-Sassuolo 2-2). L’Udinese è in palese difficoltà fin dall’inizio del campionato, palesando evidenti limiti mentali. I bianconeri provano ad aggrapparsi alle spalle dei leader, come il Tucu Pereyra. Contro il Sassuolo il fantasista argentino serve a Lucca il pallone del vantaggio e poi realizza il raddoppio con una giocata da grande giocatore. Nel finale il Sassuolo riesce a pareggiare, ma la partita di Pereyra fa ben sperare i tifosi bianconeri per il futuro.

CENTROCAMPISTA: Charles De Ketelaere (Atalanta-Salernitana 4-1). Nella serata in cui Josip Ilicic torna al Gewiss Stadium, il belga -associato inconsciamente allo sloveno, a causa dello stile di gioco e l’altezza- parte inizialmente dalla panchina, ma appena entra ha il merito di chiudere definitivamente una partita più ostica del previsto. Prima raccoglie l’assist di Scalvini e batte in uscita Costil, poi nel recupero serve centralmente un gran pallone a Miranchuk per il quarto gol.

CENTROCAMPISTA: Albert Gudmundsson (Genoa-Juventus 1-1). Leader tecnico indiscusso e trascinatore, l’islandese è l’uomo in più della squadra di Gilardino e anche contro la Juve è decisivo nel realizzare il gol del pareggio, con un inserimento da centravanti e un tiro al volo in tuffo. Altra grande prestazione ed ennesimo gol di questo talento islandese in rampa di lancio.

ATTACCANTE: Lucas Beltran (Fiorentina-Hellas Verona 1-0). Nella prima frazione Italiano sperimenta il doppio centravanti, affiancandogli Nzola. L’esperimento sembra non pagare, ma nel primo tempo il giocatore argentino si fa notare in fase di interdizione, giocando tanti palloni ma lontano dalla porta. Nel secondo tempo viene schierato come unico riferimento in avanti e nel finale raccoglie il goffo intervento di Hien e regala tre punti ai vola.

ATTACCANTE: Domenico Berardi (Udinese-Sassuolo 2-2). Per gran parte della partita è totalmente in ombra, impreciso e piuttosto nervoso. Poi esce fuori il carattere del capitano, del leader. L’Udinese rimane in dieci e regala due penalty ai neroverdi, Berardi dal dischetto è freddissimo e prima spiazza Silvestri a sinistra e poi lo spiazza a destra. Semplicemente DECISIVO!

ATTACCANTE: Victor Osimhen (Napoli-Cagliari 2-1). Piccoli sprazzi del bulldozer che si è visto l’anno scorso. Nel primo tempo lotta costantemente contro i rocciosi difensori sardi, poi nella ripresa si piazza bene in area e impatta di testa il cross di Mario Rui. Poi raccoglie il pallone in area, palleggia quattro volte e mette in mezzo per il raddoppio di Kvaratskhelia. Il Napoli ha bisogno dei suoi leader per risollevarsi dopo un avvio turbolento, e Osimhen deve tornare a sfornare con continuità prestazioni come queste.

ALLENATORE: Thiago Motta (BOLOGNA). Il Bologna ormai non è più una sorpresa, è una piacevole conferma. Contro una Roma in palese difficoltà, i felsinei giocano un’altra grandissima partita, dominando il pallino del gioco nonostante la partita sia molto nervosa e fisica. Thiago Motta ha trasformato totalmente il Bologna, e i risultati sono dalla sua parte. La Champions è un sogno proibito, ma in questo momento sognare è più che lecito.

MENZIONI: Tra le menzioni Federico Ravaglia (Bologna-Roma 2-0), schierato con fiducia da Thiago Motta e autore di una prestazione solida e attenta. In difesa Francesco Acerbi (Lazio-Inter 0-2) roccioso e sicuro contro la sua ex squadra e i suoi ex tifosi, e Mario Rui (Napoli-Cagliari 2-1) tornato in campo e subito decisivo con il cross perfetto per il gol di Osimhen. A centrocampo Dan Ndoye (Bologna-Roma 2-0) in costante crescita nelle ultime partite, serve l’assist del vantaggio a Moro e propizia l’autogol di Kristensen con il suo inserimento a centro area; e Ylber Ramadani (Lecce-Frosinone 2-1), metronomo instancabile del Lecce, decisivo con la conclusione nel recupero che beffa Turati e regala tre punti ai salentini. In attacco Luis Muriel (Atalanta-Salernitana 4-1) è in palla e confeziona il gol del pareggio in un match complicato per la dea, con un esterno al volo che si aggiunge alla grande lista di capolavori della carriera del colombiano.

Menzione per Simone Inzaghi e per la coppia Lautaro-Thuram. L’allenatore piacentino non aveva mai vinto contro la Lazio all’Olimpico, dal suo arrivo nella panchina nerazzurra. L’Inter allunga sul secondo posto e continua a dimostrare una superiorità tecnica schiacciante, contro qualsiasi avversario. Oltre ai tanti meriti dell’allenatore, va sottolineato l’affiatamento della coppia Lautaro-Thuram. I due attaccanti si trovano a memoria e insieme stanno trascinando l’Inter sempre più in alto, con 22 gol (15 Lautaro 7 Thuram) e 7 assist (5 Thuram 2 Lautaro).

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