La Top11 della ventitreesima giornata: Kvara torna a incidere, prime gioie per Dorgu e Gabbia

Ecco la Top11, più l’aggiunta di qualche menzione, dei migliori giocatori della ventitreesima giornata di Serie A. 

PORTIERE: Michele Di Gregorio (Udinese-Monza 0-0). Al rientro dall’infortunio al ginocchio torna a blindare la porta dei brianzoli e porta a casa il secondo clean sheet consecutivo. L’Udinese nella prima frazione è molto pimpante e sfiora numerose volte il vantaggio, lui è prodigioso nel chiudere lo specchio ai bianconeri;

DIFENSORE: Patrick Dorgu (Lecce-Fiorentina 3-2). D’Aversa ha sempre speso parole al miele per questo giovanissimo terzino danese, ma nelle ultime settimane sembrava piuttosto impacciato e poco lucido. Contro la Fiorentina viene inserito sul parziale di 1-2 e nel finale, dopo il pareggio di Piccoli, raccoglie la respinta di Terracciano e con il mancino indirizza la palla all’incrocio per il definitivo sorpasso;

DIFENSORE: Matteo Gabbia (Frosinone-Atalanta 2-3). La dirigenza rossonera ha insistito fortemente per la risoluzione anticipata del prestito al Villarreal. Dal suo ritorno dalla Spagna, Gabbia è sempre una sicurezza per il reparto difensivo, sempre attento e sicuro nelle giocate. Nel secondo tempo il Milan è costretto a rincorrere e al 72′ raccoglie la sponda di Giroud e pareggia la partita;

DIFENSORE: Benjamin Pavard (Inter-Juventus 1-0). Dopo l’infortunio rimediato contro l’Atalanta, il francese è diventato a tutti gli effetti il braccetto destro titolare. Contro la Juve è praticamente ovunque, sempre attento in fase difensiva e costantemente in avanti per chiudere l’azione. La sua rovesciata -mancata- manda fuori tempo Bremer e propizia l’autogol che può valere lo scudetto;

CENTROCAMPISTA: Alexis Saelemaekers (Bologna-Sassuolo 4-2). Non era al meglio e quindi parte inizialmente dalla panchina. Ma l’ottima prestazione dei neroverdi costringe Thiago Motta ad anticipare i tempi e gettarlo nella mischia. Saelemaekers a Bologna è rinato, e ritorna a dispensare qualità e quantità. Avvia la giocata che porta al 3-2 Ferguson e nel finale salta Boloca e con freddezza chiude il match;

CENTROCAMPISTA: Lorenzo Pellegrini (Roma-Cagliari 4-0). La rinascita della lupa comincia dal suo Romolo. Pellegrini è tornato a essere decisivo e determinante nel centrocampo giallorosso. Dopo nemmeno un minuto apre le danze con una zampata sul primo palo, poi nell’azione corale del raddoppio il dolce passaggio per Dybala è suo. Tre gol e un assist nelle ultime tre partite, il capitano è tornato a incidere!

CENTROCAMPISTA: Hakan Calhanoglu (Inter-Juventus 1-0). L’incontro con Simone Inzaghi gli ha cambiato notevolmente la carriera. Adesso Calhanoglu è un play a tutti gli effetti, sempre nel vivo dell’azione, dominatore del centrocampo e decisivo anche in zona offensiva. Nel derby scudetto chiude la porta ai centrocampisti, colpisce un palo pieno, disegna un arcobaleno di 40 metri per Dimarco che senza il salvataggio di Bremer avrebbe portato al gol Thuram;

CENTROCAMPISTA: Charles De Ketelaere (Atalanta-Lazio 3-1). A Bergamo si è definitivamente sbloccato. Gioca con fiducia, è ispirato e non ha paura di osare, e i risultati sono dalla sua parte. Avvia l’azione del vantaggio di Pasalic, si prende il pallone per il rigore del raddoppio e con freddezza realizza. Nel secondo tempo si mette a servizio della squadra e chiude virtualmente il match con una serpentina in mezzo ai centrali biancocelesti;

ATTACCANTE: Olivier Giroud (Frosinone-Milan 2-3). A livello realizzativo è sempre il solito Giroud, un rapace d’area implacabile. Ma quest’anno l’attaccante francese è ancora più leader dell’attacco rossonero. Dominatore del gioco aereo e sublime nel gioco con la squadra, apre i conti nel primo tempo di testa. Nel secondo tempo il Frosinone reagisce, ma è ancora decisivo con la sua sponda aerea per il pareggio di Gabbia. 11 gol e 8 assist in 20 partite, semplicemente decisivo!

ATTACCANTE: Paulo Dybala (Roma-Cagliari 4-0). I problemi fisici sembrano alle spalle. Dybala si è calato completamente in questo nuovo ruolo designatogli da De Rossi e oltre alla qualità adesso arrivano anche i gol. Conclude l’azione corale con il mancino per il raddoppio. Nel secondo tempo si presenta dagli undici metri e con il suo splendido mancino spiazza Scuffett, realizzando il suo quarto gol nelle ultime cinque partite con i giallorossi;

ATTACCANTE: Kvicha Kvaratskhelia (Napoli-Hellas Verona 2-1). Mazzarri lo ha definito “campione” nonostante il girone d’andata nettamente al di sotto delle aspettative. Contro il Verona sembrava l’ennesima partita stregata, con Montipò che gli chiude la porta in più occasioni. Ma giocatori come Kvara vivono di lampi e nel finale raccoglie il passaggio di Mazzocchi e con il destro disegna un arcobaleno che si insacca all’incrocio dei pali, regalando tre punti fondamentali ai partenopei;

ALLENATORE: Simone Inzaghi (INTER). Il derby era l’occasione per allungare in vetta e dare un segnale al campionato. I nerazzurri giocano una partita da grande squadra, compatti in difesa ed esplosivi a centrocampo. La vittoria indirizza l’Inter in solitaria al comando della classifica e con una partita da recuperare il distacco può essere ancora più grande;

MENZIONI: Tra le menzioni in porta i miracoli di Wojciech Szczesny (Inter-Juventus 1-0) salvano i bianconeri da un parziale più duro. In difesa il primo gol in Serie A di Dean Huijsen (Roma-Cagliari 4-0) e la grande partita di Sebastiano Luperto (Empoli-Genoa 0-0) provvidenziale nel salvare sulla linea il colpo di testa di Spence. A centrocampo un’altra perla di Remi Oudin (Lecce-Fiorentina 3-2) che apre le danze nel folle match del Via del Mare; e il gran gol di Cristian Volpato (Bologna-Sassuolo 4-2) vanificato soltanto dalla gran rimonta dei felsinei nel secondo tempo. In attacco il ritorno al gol di Ciro Immobile (Atalanta-Lazio 3-1) e l’ennesimo gol nel finale di Luka Jovic (Frosinone-Milan 2-3) decisivo nella vittoria dello Stirpe.

Menzione per Daniele De Rossi (ROMA). Da quando è arrivato sulla panchina giallorossa, i capitolini sembrano aver riacquisito quell’entusiasmo e il bel gioco che era mancato finora. Le tre vittorie nelle prime tre presenze (una partenza così per un allenatore subentrato non capitava dal 1929) spediscono nuovamente la Roma in zona Champions, ma adesso per De Rossi arriva il primo vero banco di prova: il big match di sabato sera all’Olimpico contro l’Inter.

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